Cinque punti su Orlando, il film di Paul B. Preciado

05/04/2024

In addendum al post dell’anno scorso sulla giornata della visibilità trans*, vale la pena citarlo. Il 31 marzo siamo stat3 a vedere l’attesissimo film di Paul B. Preciado, Orlando. My Political Biography. Ecco un po’ di note a margine:

Uno.

Il film è in francese e va visto in francese, le voci sono importati, non se ne scappa.

Due.

Sebbene sia il film di Preciado e si chiami “My political biography”, la persona che parla di meno in assoluto è Preciado. Ovviamente c’è la sua voce, il suo testo, soprattutto il suo sguardo. Ma spesso la sua voce è prestata alle parole di Virginia Woolf, e il suo sguardo si rivolge verso qualcun’altr3.

Tre.

È un film sulla pluralità e, come finiremo per dire una volta o l’altra, la struttura narrativa “classica” difficilmente si presta a raccontare la pluralità. Detto in un altro modo, è un film strano, e non è che racconti esattamente una storia.

Quattro.

Se c’è una storia unitaria, un filo rosso che tiene insieme i racconti, è quella di Orlando di Virginia Woolf. Raccontare la propria storia di persone trans* e non binarie è sempre in qualche modo anche raccontare la storia di molte altre persone, di quelle che sono venute prima e di quelle che arriveranno dopo. Le storie delle persone che ci hanno dato le parole per raccontarci e le storie delle persone che useranno le nostre parole per dire qualcosa di ancora diverso.

Cinque.

L’ottimismo di Preciado è sempre sconcertante. In generale è un film molto bello, a patto di non prenderlo completamente sul serio.

Si potrebbero dire tante altre cose, ma meglio farle dire a lui. Qui il trailer:

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