Una visione Solarpunk di Hakim Bey

12/10/2023

Passeggiando per il mio quartiere, il Lower East Side di Manhattan a New York City, ho avuto una specie di visione. Ho visto orti dappertutto. Ogni pezzo di terra inutilizzata era un orto tascabile. La maggior parte dei tetti traboccava di fiori e verdure e di festoni di piante ornamentali, che davano a ogni isolato l’aspetto tropicale e barocco dei giardini pensili di una Babilonia sull’Hudson, o meglio, sull’East River. Alberi adulti ombreggiavano i lati delle vie, molte delle quali erano chiuse al traffico. C’erano meno auto, più biciclette e carretti a mano, motofurgoni e anche qualche carro a cavalli. I palazzi parevano più degradati del solito, ma grandemente abbelliti dall’onnipresente verde estivo. Ai margini di Tompkins Square Park un centinaio di «contadini» locali aveva eretto banchi provvisori dove fervevano le vendite (e i baratti) di verdura, frutta, uova, pollame e via dicendo, e l’eccedenza dei prodotti del quartiere veniva scambiata con persone provenienti da altre parti della città (dove presumo vi fossero meno orti e più artigiani e piccole imprese). Ho avuto l’impressione che il nostro barrio fosse noto per i suoi prodotti freschi, l’aria dolcemente profumata, il canto degli uccellini, i mercati di strada e cose simili, ma non mi è parso di notare molti turisti. Tutti apparivano rilassati, ma nessuno in cerca di monumenti. Dov’erano finiti tutti gli europei a caccia di acquisti…?

Per darvi un’idea: era una visione di New York «dopo la rivoluzione».


Estratto da:

PETER LAMBORN WILSON (Hakim Bey): AVANT GARDENING. Pagine 40.

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